Violenza di Genere nei Testi delle Canzoni
LA VIOLENZA DI GENERE NEI TESTI DELLE CANZONI DI IERI E DI OGGI E NON SOLO…
Le classi 1A CAT, 1A AFM, 1B AFM, 2B AFM, 3C SIA, all’interno dell’attività di Educazione Civica con la professoressa Surace, hanno partecipato a un progetto di prevenzione e sensibilizzazione sul fenomeno della violenza di genere.
In primis le studentesse e gli studenti sono stati invitati a riflettere sui testi di alcune canzoni appartenenti a generi e periodi musicali diversi tra cui Ti Amo, Ti pretendo, Teorema, ecc.
Dopo un’accurata analisi si è giunti alla conclusione che alcuni passaggi risultavano sessisti, con palesi riferimenti da prevaricazione e possesso. Probabilmente però nel periodo in cui sono stati in testa alle varie hit parade di ascolto o vendita tali testi non avevano urtato la sensibilità di un pubblico ancora acerbo a queste riflessioni, mentre sono state subito colte dai giovani ascoltatori in classe.
Successivamente si sono analizzati testi di due canzoni decisamente più moderne e più note: Ego e Auto Tedesca. La prima senza tanti eufemismi descriveva la minaccia di una violenza fisica forse perpetrata da un ragazzo deluso e lasciato. Per la seconda invece non è stata necessaria un’analisi, poiché di fatto è un elenco di insulti e imprecazioni decisamente sessiste.
A seguito di queste osservazioni si è consultato il sito dell’osservatorio sui femminicidi e si è tristemente constatato che le vittime sono state spesso uccise dai loro compagni o ex.
Si è così aperto un dibattito su un possibile legame tra la violenza verbale contenuta in canzoni molto ascoltate e la violenza fisica nelle relazioni di coppia che può addirittura degenerare nel femminicidio.
Visto la complessità dell’argomento trattato, tale discussione ha superato i confini dell’aula e si è trasformata in un sondaggio (realizzato da due studenti della 2B AFM attraverso google moduli) che le alunne e gli alunni hanno condiviso ai loro pari sia individualmente che nelle chat dei rappresentanti di classe proprio in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne.
Sono state raccolte più di 200 risposte che in questi grafici sono rappresentati e sono stati discussi in classe. Ovviamente sono emerse posizioni anche distanti, ma frutto di riflessioni e argomentazioni ben ponderate, che hanno rappresentato una riflessione critica sull’argomento.
Queste sono solo alcune delle riflessioni emerse nelle domande a risposta aperta:
- Qualsiasi canzone è valida, chi dice che siano sessiste non capisce nulla, specialmente sti boomer che penso siano soltanto invidiosi di ragazzi che fanno il loro, detto da un laureando fa ridere far lezione ad altre persone. Se avete 40 anni ancora dovete crescere
- Molte altre, per me i testi delle canzoni non hanno così importanza anche perché non è li che nasce la violenza di genere, nasce dall’educazione delle persone, a scuola e nello sport. Se a scuola non si fa nulla per educare le persone è inutile attaccarsi a dei testi insulsi di canzoni fatte da personaggi creati ad hoc per apparire, non sempre quello che appare è la vera essenza della persona. Servirebbe fare dell’educazione civica anche su questo.
- Penso che queste canzoni (secondo me non si possono chiamare canzoni) incitino all'odio, alla violenza, al sesso volgare però purtroppo a molti ragazzi piacciono. A me non sono mai piaciute questo genere di canzoni, sia perché sinceramente mi sembrano tutte uguali e perché spesso non mandano messaggi positivi. Sono un ragazzino di 14 anni ma preferisco le canzoni degli anni passati
- Ma la verità È che per quanto fanno schifo ste canzoni siamo in democrazia e ognuno può scriverle come vuole ovviamente senza contenere immagini brutali come in molti canzoni
- Io credo che le canzoni debbano essere un modo spensierato per far riflettere le persone su un particolare tema e non dovrebbero mai e poi mai incitare le persone a fare qualcosa di sbagliato. Una delle mie canzoni preferite è Stand Up (from Harriet) parla di razzismo, tematica che reputo importantissima, soprattutto nella società di oggi.
- Secondo me il discorso di censurare i testi va contro il diritto di parola e di espressione e non avrebbe alcun senso perché i femminicidi avverrebbero in ogni caso a prescindere dalle canzoni (sessiste o meno) che la gente ascolta. Rispondendo alla domanda ogni canzone è virale per la persona che la ascolta, quindi non saprei che suggerire.
- Io penso che se si avesse una buona istruzione dai genitori, non ci sarebbero problemi a trattare questi contenuti discriminanti nelle canzoni visto che sono soltanto una forma d’arte. In poche parole ritengo che se si è stati ben educati si può distinguere una cosa sbagliata moralmente da una giusta e quindi non farsi influenzare.
Come si può leggere rappresentano un pluralismo di opinioni libere e democratiche. Rispetto quindi alla stragrande maggioranza che ha voluto investire un po’ del proprio tempo cercando di apportare un contributo libero e costruttivo, fa eccezione un’esegua minoranza di chi, godendo dell’anonimato, ha voluto sminuire e irridere tale attività con insulti e imprecazioni, non ricordando che, come sostiene IL MANIFESTO DELLA COMUNICAZIONE NON OSTILE, gli insulti non sono argomenti.
A conclusione di questo percorso ricco e articolato si è scaricato l’ebook “#SEMPRE25NOVEMBRE, NON TI VOLTARE, LA VIOLENZA SULLE DONNE RIGUARDA TUTTI” dal sito Sorgenia .
Nell’ebook e nei podcast sono raccontate storie vera dalla voce di chi le ha vissute. “Ma stavolta protagoniste non sono le donne che sperimentano su di sé una delle tante forme che la violenza di genere può assumere, ma padri, amici, compagne di squadra e di lotta. Sono “tutti gli altri”, cioè noi, che almeno una volta nella vita abbiamo assistito a episodi di violenza, e capito, o forse frainteso, o abbiamo pensato che però non fosse proprio così”.
Ogni studentessa e studente ha per così dire “adottato” una di queste storie e le ha esposte al gruppo classe. Storie insomma volte a risvegliare tutte e tutti da quella che Dante condannerebbe come IGNAVIA!